Sanità: l’Italia spende il 40% in meno dei grandi Paesi UE

20 gennaio 2022 – Nonostante gli aumenti di finanziamento per far fronte alla pandemia, nel 2020 il gap tra la spesa sanitaria pubblica italiana e quella dei 14 paesi dell’Europa Occidentale raggiunge circa il 40%.

E’ quanto sostiene il XVII Rapporto del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università Tor Vergata di Roma. Il documento si evidenzia come tra il 2019 e il 2020 la crescita del finanziamento della sanità italiana sia stata “ingente, pari a circa il 5%”, tuttavia non sufficiente. Il confronto storico con la media dei Paesi dell’Europa Occidentale mostra come tra il 2012 e il 2019 la spesa sanitaria sia cresciuta ad un ritmo del 3,3% medio annuo contro lo 0,8% medio annuo italiano. Nel 2020/2019, malgrado l’accelerazione del finanziamento, la crescita italiana è rimasta ancora inferiore di 1,5 punti percentuali rispetto alla media europea. Anche il gap della spesa privata è andato incrementandosi: “In maniera netta – osservano i ricercatori del Crea Sanità -, per effetto della battuta di arresto del 2020 (evidentemente dovuta alla posticipazione o alla rinuncia alle cure)” a causa della pandemia da Covid-19. In prospettiva, evidenzia il Rapporto del Crea Sanità, “il finanziamento integrativo di 2 miliardi di euro previsto per gli anni 2022-2024 si innesterà sul finanziamento 2021”, che è pari a circa 122 miliardi di euro. Per i ricercatori del Crea Sanità, “il finanziamento aggiuntivo per far fronte alla pandemia appare, quindi, definitivamente inglobato nel Fondo per la Sanità, modificando nettamente il trend storico.