Chemioterapia: ecco quando gli effetti collaterali durano di più

Gran parte degli effetti collaterali, legati ai principali farmaci chemioterapici, scompare velocemente. Tuttavia alcuni possono richiedere un po’ più di tempo, a volte alcuni mesi o anni. Per esempio la caduta dei capelli, dei peli, di ciglia e sopracciglia è una delle controindicazioni più temuta. Va ricordato che non tutti i farmaci provocano questo effetto indesiderato, né tutti lo fanno con la stessa intensità.

Quando la chemioterapia colpisce alcuni organi, come quelli riproduttori, oppure i reni, il cuore o il fegato, i danni arrecati possono essere permanenti. Ciononostante, se il medico sceglie la strada della chemioterapia, significa che nel caso di quel paziente i benefici attesi con la chemioterapia sono potenzialmente superiori rispetto ai possibili effetti collaterali. Inoltre è bene sapere che il più delle volte questi effetti si possono facilmente prevenire. Per esempio esistono alcune combinazioni di chemioterapici e di farmaci biologici (orientati a colpire un bersaglio preciso) che possono alterare la funzionalità cardiaca. In questi casi, prima di iniziare la terapia, si viene sottoposti a un elettrocardiogramma per accertarsi che il cuore continuerà a funzionare normalmente durante la cura. Allo stesso modo, se il chemioterapico agisce sul fegato, la funzionalità epatica verrà periodicamente monitorata e, in caso di alterazione, il medico cambierà il tipo di trattamento o ridurrà la dose, in modo da evitare danni a lungo termine.

Infine alcuni chemioterapici, come gli alcaloidi della vinca, i taxani o i composti del platino, possono danneggiare i nervi. Anche in questo caso, il controllo attento da parte del medico consente di ridurre o cambiare il chemioterapico prima che i danni diventino permanenti. Inoltre la combinazione di antidolorifici o anticonvulsivanti con supplementi vitaminici si è dimostrata efficace nel ridurre questo tipo di effetto tossico.