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AIOM: “vaccini mRna e immunoterapia vantaggi in cura cancro”

3 ottobre 2023 – Il vaccino covid realizzato con tecnologia mRna può aprire la strada nella ricerca di cure contro il cancro? “Tutti noi ci attendiamo grandissimi dati dalla tecnologia a mRna insieme all’immunoterapia e alle nuove molecole sempre più specifiche. Questi approcci potrebbero sicuramente darci un vantaggio nella cura del cancro”. E’ quanto ha affermato ieri, a margine di una conferenza stampa da Saverio Cinieri, presidente nazionale dell’Associazione italiana di Oncologia medica (AIOM).

“Lo studio dell’mRna nasce come ricerca contro il cancro. Non come ricerca per il vaccino contro il Covid – ricorda Cinieri – È stato ‘rallentato’ dal Covid perché c’era un’emergenza medica e sanitaria. Però poi si è ripartiti subito, tanto è vero che quest’anno durante il congresso della Società americana di ricerca contro il cancro è stato presentato il primo studio al mondo su pazienti con melanoma che sono stati ‘curati’ con vaccini a mRna. In sintesi, si prende un ‘pezzo’ di melanoma del paziente e si crea il singolo vaccino a mRna personalizzato che poi sarà inoculato. I dati dimostrano che il rischio di metastasi e la ripresa di malattia sono molto più contenuti”.
L’Italia come si pone rispetto alla tecnologia mRna in campo oncologico? “Siamo molto avanti, sia come Paese che come specialità nella cura dei tumori, nonostante ciò che può apparire perché di cancro purtroppo si muore ancora – risponde – Riusciamo a guarire per o cronicizzare milioni di pazienti nel mondo, specie nei Paesi occidentali, con le nuove tecnologie che durante la pandemia si sono sviluppate di più”.

Tumori: al via l’edizione 2023 della campagna APEO “Quality of life”. Ottobre mese del diritto dei pazienti oncologici alla qualità di vita

29, settembre 2023 – Ritorna anche quest’anno l’iniziativa “Quality of Life 2023: Mese del Diritto dei Pazienti Oncologici alla Qualità di Vita” promossa dall’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO). Durante tutto il mese di ottobre le specialiste dell’Associazione offriranno consulenze e trattamenti gratuiti in vari centri estetici, strutture di cura e farmacie. Oltre a trattamenti specifici, consiglieranno ai pazienti e ai caregiver, come prendersi adeguatamente cura di pelle e unghie. Queste, infatti, spesso subiscono danni rilevanti causati dagli effetti collaterali dei trattamenti anti-tumorali. L’obiettivo dell’iniziativa è garantire ad ogni paziente in terapia oncologica il diritto di un migliore qualità di vita. “Vogliamo rivolgerci agli oltre 600mila uomini e donne che nel nostro Paese stanno ricevendo cure anti-cancro, o che le hanno da poco terminate – sottolinea Valter Andreazza, Segretario Generale APEO -. Ci dedichiamo a promuovere la consapevolezza e a sostenere attivamente coloro che affrontano un difficile percorso di vita. Le estetiste APEO sono figure professionali specializzate in grado di valutare le tossicità cutanee da terapia e conseguentemente possono applicare protocolli estetici mirati”. Durante quest’ultimo anno sono state siglate delle partnership con Fondazioni, Associazioni dei pazienti ed ospedali di rilievo su tutto il territorio nazionale. Tra gli altri hanno aderito il Policlinico di Bari, il Sant’Orsola Malipighi di Bologna, l’Ospedale Poma di Mantova e l’Ospedale Policlinico di Roma. “Siamo fieri di aver attivato importantissime collaborazioni – prosegue Andreazza -. Sono tutte strutture sanitarie ed organizzazioni che condividono la nostra missione, ovvero migliorare la qualità di vita di chi sta curando la malattia”. “Quelle a pelle e unghie sono tra gli effetti collaterali più comuni – aggiunge Carolina Redaelli, Presidente e co-fondatrice di APEO -. Colpiscono infatti il lato esteriore ed estetico di una persona che già sta soffrendo per una malattia insidiosa e molte volte fatale. Preservare l’aspetto esteriore e di conseguenza psicologico di un malato oncologico deve essere considerato un dovere dall’intero sistema sanitario nazionale”.

 

APEO parteciperà ad alcuni eventi dedicati alla sensibilizzazione e al supporto nella lotta contro il cancro. Il 7 e 8 ottobre, sosterrà la Fondazione Umberto Veronesi partecipando alla decima edizione della PittaRosso Pink Parade a Milano e sarà presente presso lo spazio Federfarma. “Siamo estremamente orgogliosi di continuare il nostro prezioso partenariato con Federfarma Lombardia – sottolinea Loretta Pizio, co-fondatrice di APEO -. Le farmacie di Federfarma aderenti nei territori di Milano e Monza-Brianza offriranno, attraverso le nostre Specialiste APEO, consulenze e trattamenti gratuiti. Questa collaborazione è un esempio straordinario di come la comunità possa unirsi per garantire il benessere di queste persone in un delicato momento della loro vita. Da quest’anno al progetto aderisce anche la Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane”. Infine APEO sarà partner ufficiale al 39° Congresso Internazionale Les Nouvelles Esthetiques che si terrà a Bergamo il 15 e 16 ottobre.

 

APEO, fondata nel 2014, vanta ad oggi un network d’eccellenza composto da circa 300 professionisti. Tra le sue attività vi sono anche corsi di formazione specifica e di ricerca scientifica. Sarà infatti avviato nei prossimi mesi presso il Servizio di Medicina Complementare dell’Ospedale di Merano un nuovo studio clinico pilota. Verrà svolto in collaborazione con APEO e Krebshilfe (Assistenza Tumori Alto Adige). “Vogliamo capire quanto i protocolli estetici APEO possano ridurre i sintomi cutanei percepiti e il distress psicologico – conclude Redaelli -. Andremo a misurare i benefici positivi che possono determinare trattamenti certificati e appositamente realizzati per le esigenze di un paziente oncologico. Diverse estetiste APEO già da tempo, oltre a operare nel loro centro, hanno avviato collaborazioni con strutture sanitarie, ambulatori medici e farmacie. Siamo convinti che anche loro possano dare un contributo alla lotta al cancro nell’ottica un approccio multidisciplinare al benessere di persone afflitte da neoplasia. Tutto ciò deve avvenire tenendo conto dell’ovvia separazione fra le rispettive attività e competenze e nel quadro di una virtuosa collaborazione fra professioni sanitari e del benessere”.

No a zuccheri semplici contro l’aumento peso della mezza età

28 settembre 2023 – Sostituire amidi e zuccheri semplici (carboidrati raffinati come quelli delle bevande zuccherate) con cereali integrali e frutta potrebbe ridurre l’aumento di peso tipico della mezza età; al contrario, il consumo di carboidrati provenienti da cereali raffinati, verdure amidacee come le patate, cibi industriali come bibite e merendine è associato a un maggiore aumento di peso durante la mezza età. Lo rivela un ampio studio statunitense pubblicato oggi sul British Medical Journal – The BMJ, condotto da Walter Willett, della Harvard TH Chan School of Public Health, di Boston.

Il ruolo degli zuccheri nell’aumento di peso e nell’obesità rimane controverso, e pochi studi hanno valutato il legame tra variazioni nel consumo di carboidrati nel tempo e le variazioni a lungo termine del peso corporeo. Il team di ricercatori ha esaminato questi aspetti per un periodo totale di follow-up di 24 anni, sui dati relativi a 136.432 uomini e donne di età under-65 anni. I partecipanti hanno completato questionari su caratteristiche personali, storia medica, stile di vita e altri fattori correlati alla salute all’inizio dello studio, e poi ogni 2-4 anni. I risultati mostrano che, in media, i partecipanti hanno preso 1,5 kg ogni quattro anni, per un totale medio di 8,8 kg in 24 anni. È emerso ad esempio che un aumento di 100 grammi al giorno di amido o zucchero aggiunto è legato a un aumento di peso di 1,5 kg e 0,9 kg in quattro anni, rispettivamente, mentre un aumento di 10 grammi al giorno di fibra è stato associato a una diminuzione di peso di 0,8 kg. Positivi i risultati del mangiar bene: aumentare il consumo di carboidrati da cereali integrali porta a 0,4 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 grammi al giorno; con il consumo di frutta si hanno 1,6 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno e per le verdure non amidacee come broccoli, carote e spinaci 3 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno. Al contrario, aumentare il consumo di carboidrati da cereali raffinati porta a 0,8 kg in più di aumento di peso per ogni 100 grammi al giorno e quello di verdure amidacee come piselli, mais e patate a 2,6 kg in più di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno. Secondo i ricercatori che i loro risultati “evidenziano l’importanza potenziale della qualità e dell’origine dei carboidrati per la gestione a lungo termine del peso, specialmente per le persone con peso corporeo eccessivo”.

Tumori: l’attività fisica aiuta ad aumentare l’aspettativa di vita

27, settembre 2023 – Non è una cura e non tutti i pazienti possono svolgerla con la stessa intensità, tuttavia l’attività fisica può aiutare ad aumentare le probabilità di sopravvivenza delle persone affette da tumore. È quanto sostiene uno studio coordinato da ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, che ha mostrato che, in un arco temporale di oltre 15 anni, chi svolge la quantità di attività fisica raccomandata ha il 25% di probabilità in più di sopravvivere. La ricerca ha coinvolto 11.480 pazienti con cancro, seguiti per circa 16 anni. In questo lasso di tempo, i ricercatori hanno contato 4.665 decessi: 1.940 dovuti al cancro e 2.725 ad altre cause. A parità di altre condizioni, il rischio di morire era più basso in chi svolgeva la quantità di attività fisica raccomandata dalle linee guida americane, vale a dire 30 minuti al giorno di attività moderata per 4 giorni a settimana o 20 minuti di esercizi ad alta intensità per 2 giorni. In particolare, rispetto alle persone sedentarie, quelle più attive avevano un rischio del 21% più basso di morire per cancro e del 28% per altre malattie. “L’esercizio fisico è una medicina e questi risultati lo supportano”, si legge in un editoriale pubblicato a corredo dello studio a firma di Stacey A. Kenfield e June M. Chan dell’University of California, San Francisco. Tuttavia, solo il 38% dei pazienti arruolati nello studio era fisicamente attivo; queste persone, in media, svolgevano ogni settimana 44 minuti di attività a intensità moderata o 19 ad alta intensità. “Questo rafforza la necessità di educare il paziente fin dal momento della diagnosi e di indirizzarlo al supporto [di uno specialista] per aumentare i livelli di esercizio”, aggiungono le due ricercatrici.

Tumori: benessere sessuale a rischio per oltre 6 donne su 10

26, settembre 2023 – Il benessere sessuale è ancora oggi un argomento tabù in oncologia. Per pudore, i pazienti spesso non ne parlano, eppure l’impatto che un tumore e le terapie hanno sulla sfera intima può essere molto pesante, compromettendo la qualità di vita. Un problema sentito soprattutto dalle donne: oltre 6 su 10, dopo una neoplasia, vanno incontro a qualche forma di “disfunzione sessuale”. In più, mancano linee guida che indirizzino i clinici nella gestione della tossicità legata alle cure. Per affrontare il tema, a pochi giorni dal World Gynecologic Oncology Day, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao), Fondazione Irccs Policlinico San Matteoe gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Irccs hanno organizzato il 25 settembre l’incontro “Cancro e benessere sessuale”. L’obiettivo è fornire a tutti i professionisti sanitari coinvolti nel percorso di diagnosi, cura e follow up e alle pazienti strumenti idonei a identificare e fronteggiare con successo le possibili problematiche sessuali indotte dai trattamenti oncologici.

“A seguito delle terapie oncologiche, la paziente si trova a relazionarsi con l’immagine di un corpo che visivamente cambia: cicatrici chirurgiche, variazioni di peso, perdita dei capelli, eritemi da radioterapia – spiega Amelia Barcellini, radioterapista oncologo del Cnao -. Esistono, però, anche altri effetti collaterali non visibili: menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e ancora sindrome genito-urinaria, alterazione dell’elasticità vaginale, queste ultime condizionanti pesantemente la vita sessuale. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla psiche della paziente, sulla vita di coppia e di relazione, spesso alterandone gli equilibri. Pur essendoci strumenti che ci consentono di contrastare alcuni di questi sintomi, oggi la salute sessuale, soprattutto quella femminile, è ancora trascurata in ambito oncologico. Lo scopo del convegno è quello di offrire al personale sanitario gli strumenti idonei a riconoscere e gestire la tossicità sessuale e a superare l’imbarazzo di parlarne con le pazienti. Inoltre, nel pomeriggio sensibilizzeremo le pazienti e i partner sull’importanza di parlarne apertamente con il proprio medico o con il proprio psicologo”. Dopo la sessione scientifica, associazioni di volontariato e pazienti si sono confrontati in alcune tavole rotonde sul diritto al benessere psico-fisico durante e dopo una diagnosi di cancro, condividendo esperienze e idee per una presa in carico globale della donna con tumore. E’ stato inoltre possibile accedere gratuitamente a sedute di riabilitazione del pavimento pelvico e a colloqui psico-oncologici.
“Occorre abbattere il muro del silenzio. La gestione del problema attraverso team interdisciplinari dedicati è la chiave per trovare soluzioni personalizzate per la singola paziente – osserva Chiara Cassani, ginecologo oncologo dell’Irccs Policlinico San Matteo -. Ad esempio, oggi è quasi sempre possibile preservare la fertilità prima dell’inizio dei trattamenti, somministrare farmaci che proteggano le ovaie dagli effetti negativi della chemioterapia, offrire percorsi di riabilitazione prima e dopo i trattamenti chirurgici e radianti, utilizzare terapie locali o sistemiche per contrastare i sintomi legati all’atrofia vaginale e alla menopausa e sostenere le pazienti con l’aiuto di psicologi specializzati e terapisti sessuali. Non tutto però è sempre facilmente accessibile o previsto dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) ed è fondamentale che la ricerca scientifica lavori per cercare soluzioni sempre più efficaci”.

Tumore dello stomaco: in Italia vivono piu’ di 82 mila pazienti

I principali tumori gastro-intestinali non godono ancora della giusta attenzione da parte dell’autorità sanitarie locali. In particolare per il tumore dello stomaco sono soltanto tre le Regioni che hanno attivato dei Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PTDA). Si tratta di Piemonte, Veneto e Campania mentre nel resto della Penisola esistono solo a livello di alcuni centri oncologici comunque ad alto volume senza essere codificati a livello regionale. “Vanno subito attivati, e resi operativi in tutta Italia, dei percorsi dedicati specifici per migliorare l’assistenza a pazienti colpiti da una malattia a prognosi particolarmente infausta e, per alcuni tipi di tumore soprattutto delle prime vie digestive, è indispensabile che esistano dei livelli minimi di volume al di sotto dei quali i pazienti devono essere indirizzati in centri di riferimento”. E’ questo l’appello lanciato da Claudia Santangelo, presidente di Vivere Senza Stomaco dopo un Tumore: Si Può! L’associazione, insieme a Europa Colon ITALIA e Digestive Cancers Europe, promuove oggi, a Roma, il convegno nazionale Tumori dello stomaco e del colon-retto: il paziente al centro del cambiamento. L’evento viene ospitato al Senato e vi partecipano i massimi esperti italiani e alcuni rappresentati delle Istituzioni.

“La scarsa consapevolezza verso alcune neoplasie gastro-intestinali è preoccupante – sottolinea Claudia Santangelo -. Il carcinoma del colon-retto è il secondo più diffuso in Italia e sono attivi programmi di screening che presentano tassi d’adesione non ancora soddisfacenti sebbene negli ultimi anni vi sia stato un deciso miglioramento che si riflette in una casistica di tumori spesso diagnosticati in fase precoce. Il tumore allo stomaco invece viene ancora erroneamente ritenuto una patologia rara. I sintomi sono sottovalutati oppure scambiati con gastriti o altri problemi di salute e non opportunamente valutati dai medici di medicina generale che solo tardivamente richiedono approfondimenti diagnostici come la gastroscopia, esame di primo livello. In realtà presenta un’incidenza in crescita e complessivamente i pazienti in Italia ammontano a più di 82mila uomini e donne. Vi è l’urgente necessita di sostenerli nella difficile esperienza della malattia ma anche tutelare il loro diritto alla salute. Per esempio da tempo stiamo chiedendo che gli alimenti a fini medici speciali siano inserito nei Livelli Essenziali d’Assistenza. Sono integratori che devono essere per forza assunti da chi è in preparazione durante la chemioterapia prima di un intervento o che lo ha appena subito e deve supplementare la nutrizione. Al momento questi prodotti risultano ancora completamente a carico dei malati ed la situazione è francamente imbarazzante”. “Il carcinoma gastrico è una neoplasia molto aggressiva con tassi di sopravvivenza a cinque anni di poco superiori al 30% – aggiunge Saverio Cinieri, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. La prognosi è infausta a causa soprattutto dell’alto tasso di recidive anche dopo un intervento di chirurgia radicale. Inoltre le diagnosi sono spesso tardive e ciò non favorisce l’efficacia dei trattamenti che sono comunque limitati. Tuttavia va ricordato che grazie ai risultati ottenuti dalla ricerca scientifica e grazie all’introduzione di anticorpi monoclonali quindi dell’immunoterapia, negli ultimi dieci anni abbiamo avuto decisi miglioramenti. Anche nella malattia metastatica sono stati introdotti nuovi farmaci che insieme alle terapie di supporto di supporto stanno offrendo migliori prospettive e qualità di vita ai malati. Ottimi risultati sono quelli ottenuti nella cura nel tumore del colon-retto dove sei pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento soprattutto per i casi metastatici dove le ultime scoperte della medicina offrono terapie sempre più efficaci”. “La chirurgia rappresenta da sola il trattamento più importante per la maggior parte dei casi di carcinoma dello stomaco localizzato – conclude Riccardo Rosati, Direttore Unità di Chirurgia Gastroenterologica e dell’Unità Week Surgery dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – ma è momento terapeutico fondamentale insieme alla chemioterapia preoperatoria anche nel carcinoma localmente avanzato e, oggi, anche oligometastatico, cioè con un carico di malattia metastatica molto limitata. Le indicazioni ed il tipo di trattamento dipendono dalle caratteristiche della neoplasia e variano a seconda della stadiazione del tumore. E’ una malattia molto complessa da affrontare ed è essenziale avere un reale approccio multidisciplinare. Questo può essere garantito anche attraverso la creazione di percorsi condivisi e prestabiliti come quelli stabiliti dai PTDA che vengono elaborati in ambito appunto di gruppo multidisciplinare polispecialistico, elemento indicativo di grande qualità clinica della cura”.

Tumori: al prof. Santoro il premio per le ricerche contro il cancro

Prestigioso riconoscimento per il Prof. Armando Santoro, Direttore dell’Humanitas Cancer Center all’Istituto Clinico Humanitas IRCCS di Rozzano e messinese di nascita. Al Prof. Santoro è stata assegnata ieri sera la Targa Ricordo durante la cerimonia di apertura del ‘1st Messina Mečnikov Memorial Meeting’ al Museo Regionale Interdisciplinare di Messina.

Il Premio è stato consegnato dal prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del capoluogo siciliano e Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane).

“E’ motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il Rettore prof. Cuzzocrea – per me consegnare, a nome della Comunità Accademica che rappresento, un riconoscimento ad un figlio del nostro territorio che ha saputo portare nel mondo il valore della ricerca. Credo che il Prof. Santoro rappresenti un grande esempio per tutti i nostri studenti, i nostri dottorandi e tutti coloro che quotidianamente mettono la ricerca al servizio degli altri per salvare vite umane. Questo riconoscimento è la dimostrazione più alta che l’impegno, la passione, la professionalità possono trasformarsi in successi straordinari”. 

“La statura internazionale del Prof. Santoro è evidenziata dall’impatto delle sue ricerche, che hanno contribuito a modificare la pratica clinica quotidiana in diversi tipi di tumore, migliorando non solo la sopravvivenza ma anche la qualità di vita dei pazienti – ha spiegato Nicola Silvestris, Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Messina e membro del Direttivo nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Il Prof. Santoro è autore di oltre 500 pubblicazioni in oncoematologia e ha dedicato tutta la sua carriera esclusivamente all’attività clinica per la cura dei pazienti e alla ricerca”.

Il Prof. Santoro è responsabile di alcune centinaia fra progetti di ricerca e sperimentazioni cliniche. “La medicina necessita di motivazione, curiosità e visione, per guardare a grandi obiettivi – ha affermato il Prof. Santoro -. Servono anche pazienza, determinazione e umanità. E sono indispensabili i grandi maestri. Ringrazio per questo importante Premio l’Università di Messina, il Magnifico Rettore prof. Cuzzocrea e tutti i colleghi e le persone con i quali ho lavorato in questi anni e con cui ho condiviso speranze, impegni e risultati. In Italia vivono 3,6 milioni di cittadini dopo la diagnosi di cancro, un paziente su quattro ha la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può essere considerato guarito. Si tratta di un risultato molto importante. Le ‘nuove parole’ del cancro sono proprio guarigione, oblio oncologico, qualità di vita, diritti e riabilitazione. La strada verso la cronicizzazione è stata aperta dai tumori del sangue e, oggi, è una realtà anche in diverse neoplasie solide. Grazie alla ricerca, oggi i clinici hanno a disposizione molti strumenti innovativi per contrastare il cancro, dalle terapie mirate all’immunoncologia, fino alle terapie cellulari che rappresentano la frontiera più avanzata della ricerca”.

 

Tumori: la malnutrizione del paziente raddoppia il rischio di mortalità

21, settembre 2023 – La malnutrizione peggiora la prognosi dei pazienti oncologici senza metastasi. Il tasso di mortalità riscontrato nei malati di cancro malnutriti o a rischio di malnutrizione è del 65%, contro il 38% di quelli classificati ben nutriti. Lo stato di malnutrizione ha ridotto la sopravvivenza nei pazienti senza metastasi ma non in quelli con metastasi per i quali non si è dimostrata determinante. Questo il risultato di uno studio tutto italiano, ribattezzato Nutrionco e pubblicato sulla rivista Cancers. Il lavoro, coordinato dal Professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc), ha coinvolto diversi centri e università italiane, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli. “Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia – spiega Muscaritoli – perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”. La cachessia è invece considerata una sindrome paraneoplastica, condizione in cui si assiste ad una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, astenia e affaticamento. “Una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un BMI inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2% sono i criteri per porre una diagnosi di cachessia”, aggiunge lo specialista. Quindi, in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’ ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge Muscaritoli. “Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, riferisce il presidente della Sinuc. “Di contro la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, conclude.

Tumori: disfunzioni sessuali per 6 pazienti su 10

20 settembre 2023 – Il benessere sessuale è uno degli ultimi tabù a resistere in oncologia: se parla poco e con difficoltà, nonostante 6 donne su 10, dopo una neoplasia, vadano incontro a qualche forma di disfunzione sessuale. È uno dei dati sottolineati alla vigilia del World Gynecologic Oncology Day, di domani 20 settembre, dagli esperti del Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao), della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Irccs di Pavia, che il prossimo il 25 settembre organizzeranno congiuntamente un incontro su “Cancro e benessere sessuale”. “A seguito delle terapie oncologiche, la paziente si trova a relazionarsi con l’immagine di un corpo che visivamente cambia: cicatrici chirurgiche, variazioni di peso, perdita dei capelli, eritemi da radioterapia”, spiega Amelia Barcellini, radioterapista oncologo del Cnao. “Esistono, però, anche altri effetti collaterali non visibili: menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e ancora sindrome genito-urinaria, alterazione dell’elasticità vaginale”. Nonostante la sua rilevanza, la vita sessuale il più delle volte resta fuori dal percorso terapeutico. “La tossicità sessuale legata alle terapie oncologiche può avere un impatto deflagrante nella coppia per cui è importante incominciare a censire il fenomeno, a prevenirlo e ad occuparsene attivamente fin dall’inizio del percorso di cura”, precisa Laura Locati, professore associato di Oncologia Medica all’Università di Pavia e direttrice dell’Oncologia Medica degli Istituti Maugeri. Infatti, “le soluzioni esistono”, sottolinea Amalia Vetromile, fondatrice dell’associazioni di promozione sociale Mamanonmama e del movimento ‘Sex and the Cancer’. “Per questo abbiamo creato uno sportello di ascolto che offre un servizio gratuito di consulenza online in tutta Italia”.

Cancro, con inizio terapie il 71% dei pazienti modifica l’alimentazione

La nutrizione è un problema rilevante ma ancora sottovalutato dai pazienti oncologici. Il 71% dichiara di aver modificato la propria dieta in seguito ai trattamenti anti-cancro. Tuttavia ben otto pazienti su dieci non hanno ricevuto una valutazione nutrizionale dopo l’inizio delle cure. Solo il 36% è seguito regolarmente da un nutrizionista o da un dietologo. Il 45% ha assunto integratori alimentari e di questi malati il 16% lo ha fatto senza però alcuna prescrizione medica. Sono questi i principali dati di un sondaggio condotto da Loto Odv, l’associazione no profit che si occupa di migliorare la consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio. E’ stata condotta su oltre 130 pazienti oncologici colpiti principalmente da tumori ginecologici e da carcinoma mammario. L’indagine viene presentata alla vigilia della quinta Giornata Mondiale “World GO Day” dove GO sta per “Ginecologia Oncologica”. Si celebra il prossimo 20 settembre in 34 diversi Paesi per un totale di oltre 60 organizzazioni sanitarie e gruppi di medici-esperti coinvolti. L’obiettivo è sensibilizzare e favorire la conoscenza circa i fattori di rischio, sintomi, nuove terapie, diagnosi precoce e strategie di prevenzione inerenti i tumori ginecologi.

“Mantenere un’alimentazione corretta, sana, varia ed equilibrata è fondamentale sia per prevenire i tumori che durante il percorso di cura – sottolinea la prof.ssa Rossana Berardi, Presidente del Comitato Scientifico Loto OdV, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Direttrice della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche -. La malnutrizione è purtroppo un fenomeno molto pericoloso e diffuso e riguarda più della metà dei malati di cancro. Sta ad indicare lo stato di squilibrio, sia per eccesso (con conseguente sovrappeso o obesità che rappresentano fattori di rischio oncologici), sia per difetto, nel caso di impoverimento delle riserve energetiche e di nutrienti che può compromettere in maniera importante lo stato di salute specie durante il percorso di cure antitumorali. Questo vale anche per i tumori ginecologici i cui percorsi di cura sono spesso lunghi e complessi”. Il cancro alla cervice uterina, ovaio, corpo dell’utero, vagina e vulva colpiscono in Italia più di 19.500 donne. A queste neoplasie sono dedicate una serie di iniziative, promosse da Loto Odv, realizzate in occasione della Giornata Mondiale. Fino al 31 ottobre in tutte le sedi Loto, attive sul territorio nazionale, ci saranno gli Open Days. Sarà possibile ricevere consulenze eredo-famigliari e visite ginecologiche gratuite su prenotazione. Si sono tenuti (e si terranno) incontri per promuovere corretti stili di vita (attività fisiche come tai chi e nordic walking etc.) e presidi informativi sulle neoplasie ginecologiche. Si svolgeranno poi eventi divulgativi e informativi sia on line che in presenza. Sulle reti del gruppo Mediaset verrà proiettato uno spot TV con la testimonial di Loto: l’attrice/cantante Serena Autieri. Domani il Palazzo del Podestà di Bologna sarà illuminato di colore viola, il simbolo dei tumori ginecologici. Nel Comune del capoluogo emiliano si terrà un seminario informativo per le dipendenti. Infine nella sede di Ancona di LOTO saranno svolti anche dei Pap Test gratuiti per la prevenzione secondaria dei tumori della cervice uterina.

“Sono delle patologie oncologiche in crescita nel nostro Paese ma di cui si parla ancora poco – aggiunge Manuela Bignami, Direttore di Loto OdV -. In particolare il carcinoma ovarico presenta una prognosi sfavorevole e la probabilità di guarigione è solo del 36%. Con tutte le nostre iniziative vogliamo favorire come prima cosa una corretta informazione. Poi intendiamo sensibilizzare istituzioni e cittadini su delle neoplasie pericolose. Infine cercheremo di dare a pazienti e caregiver consigli utili sul come affrontare le difficoltà quotidiane. Lo faremo anche grazie all’aiuto e supporto di alcuni tra i massimi esperti italiani”. “Il tumore ovarico tende a manifestarsi senza sintomi o con sintomi aspecifici – afferma Domenica Lorusso, Professore di Ostetricia e Ginecologia e Responsabile Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma -. Questo, in aggiunta alla mancanza di efficaci strategie di screening, fa si che ad oggi oltre il 75% dei casi di carcinoma dell’ovaio viene diagnosticato in stadio avanzato. Da qui l’esigenza di promuovere una maggiore informazione tra la popolazione anche per favorirne la prevenzione. Per i pazienti invece l’arrivo di nuove terapie sta progressivamente migliorando le loro opportunità di cura e aumentando la sopravvivenza. Dobbiamo riuscire durante e dopo le cure a garantire una buona qualità di vita che deve passare anche dalla tutela di aspetti complementari alla cura come l’alimentazione”.

“C’è ancora molto da chiarire sui fattori di rischio legati all’alimentazione nel tumore ovarico. Ciò che sappiamo per certo è che l’accumulo di grasso a livello addominale e l’obesità sono entrambi fattori di rischio per lo sviluppo di tumori come quello dell’ovaio e influenzano negativamente la prognosi anche in corso di trattamento. La buona notizia è che si tratta di fattori modificabili. Tuttavia, la malnutrizione durante le cure oncologiche è anche una questione di disinformazione e resta una responsabilità di noi curanti disincentivare il fai da te. – conclude la dott.ssa Giulia Mentrasti, Clinica Oncologica Azienda Osp. Universitaria delle Marche – Dalla ricerca che abbiamo promosso emerge chiaramente ancora una scarsa consapevolezza sul ruolo della nutrizione in oncologia che invece è fondamentale sia prima che dopo una diagnosi di tumore”.